Riflessioni

E ti dovrai mettere con me a tavolino, quel che dici e dico non si annovera nell’autoevidenza; e ti concederò solo lo spazio della distanza e solo in quello spazio io mi muoverò ed è là che ci dovremo incontrare, dritte.

Senza spettatrici, senza pubblico, io e te, fino a quando non avremo ridotto lo scarto, preso le misure, contato i passi, segnato un solco profondo, dopo aver coperto i buchi e appianato i dossi che facevano da intralcio.
Terra e pala, non per gettarcela negli occhi o darci botte in testa.

Solo quando il terreno sarà piano, le sedute solide, solo allora vorrò ascoltarti e dire, tutto.

E inizierò con una domanda: quanto ancora dobbiamo giocare con i numeri?
La matematica e le geometrie, e tutto il resto, si sa, sono opinioni e non sono bastati secoli a consolidarle e lo sappiamo.
Io poi ho dimenticato tutto e tu?

Ricordo solo quello che ho cercato, e quello che ho cercato basta, e se basta anche a te come, mi dici, facciamone qualcosa.