Corpi di servizio riproduttivo: obbligo e mercato

Le convergenze degli opposti (ap)parenti

La restaurazione del controllo maschile sui corpi delle donne, oggi, si muove a partire da due fronti opposti o, meglio, da due fronti opposti soltanto in apparenza, il loro punto di convergenza infatti li rivela come parenti stretti: sono entrambi figli del patriarcato.
Sono opposti all’interno del patriarcato, non opposti fuori da esso, sono opposti apparenti in realtà parenti.

il volto e le parole della restaurazione oscurantista

Uno di essi ha il volto e le parole della restaurazione oscurantista, e ci dice che il ruolo delle donne è fare figli, che saranno indivisibili dal nome del padre, ma divisibili, già prima di esistere, dal corpo della madre e dalla sua titolarità su sé stessa; così, se tu non sei più titolare di te stessa, diventa lecito impedirti di abortire, come accadeva fino a poco tempo fa.
E l’adozione dell’embrione è il nuovo punto di arrivo di questo progetto di restaurazione, che separa la facoltà giuridica di generare o di non generare, dal desiderio di colei che sola detiene la facoltà materiale di generare o di non generare.

Il volto e le parole del liberismo onnipotente

L’altro ha il volto e le parole del liberismo onnipotente, e ci dice che i corpi delle donne sono luogo e strumento di produzione, e che fare figli non è più una facoltà legata ad un desiderio di genitorialità, ma un lavoro.
Un lavoro, sottoposto a un contratto che espropria le donne di quella stessa facoltà di decidere di sé stesse che viene proclamata come garanzia di libera scelta: la libera scelta è difatti quella di offrirsi in servitù temporanea, sottoponendosi a un contratto che vincola la propria autodeterminazione.
Un lavoro soggetto come tutti i lavori al principio del potere contrattuale.

In entrambi i casi, i corpi delle donne servono ad altri per garantire discendenze di sangue

In entrambi i casi, le donne devono fare figli per gli uomini, per garantire loro una discendenza, agli uomini e alle loro donne: non per sé stesse, né per coloro che metteranno al mondo, ma per altri e per altre.
In entrambi i casi, i corpi delle donne servono ad altri per garantire discendenze di sangue maschili.
Nel primo caso, un vecchio strumentario ideologico viene recuperato e tirato a lucido, presentandosi a nome di revanscismi oscurantisti, ispirati da fanatismi religiosi o no; nell’altro, un nuovo strumentario liberista si appropria del vocabolario dell’autodeterminazione dei corpi, stravolgendo il significato delle sue parole, per volgerle contro la titolarità su sé stesse dei soggetti donne, titolarità che le donne hanno da poco tempo conquistata.

Il futuro distopico è già arrivato, in forma di progetti compiuti: non sappiamo se sarà troppo tardi per mandarli a vuoto, ma sappiamo che dipenderà da noi.